IL SIGNORE ERA CON LUI

Fermati e riconosci che Io sono Dio‘ (Salmo 46:10). Riconosci la presenza di Dio. RingraziaLo per Gesù, Emanuele. Accogli lo Spirito Santo.

Genesi 39:1-23

Giuseppe in Egitto
1
 Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò da quegli Ismaeliti che ce l’avevano condotto. 2 Il SIGNORE era con Giuseppe: a lui riusciva bene ogni cosa e stava in casa del suo padrone egiziano. 3 Il suo padrone vide che il SIGNORE era con lui e che il SIGNORE gli faceva prosperare nelle mani tutto ciò che intraprendeva. 4 Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e si occupava del servizio personale di Potifar, il quale lo fece maggiordomo della sua casa e gli affidò l’amministrazione di tutto quello che possedeva. 5 Dal momento che l’ebbe fatto maggiordomo della sua casa e gli ebbe affidato tutto quello che possedeva, il SIGNORE benedisse la casa dell’Egiziano per amore di Giuseppe; la benedizione del SIGNORE si posò su tutto ciò che egli possedeva, in casa e in campagna. 6 Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; non s’occupava più di nulla, tranne del cibo che mangiava. Giuseppe era avvenente e di bell’aspetto.

Giuseppe in prigione
7
 Dopo queste cose, la moglie del padrone di Giuseppe gli mise gli occhi addosso e gli disse: «Unisciti a me!» 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Ecco, il mio padrone non mi chiede conto di quanto è nella casa e mi ha affidato tutto quello che ha. 9 In questa casa, egli stesso non è più grande di me e nulla mi ha vietato, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?» 10 Benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì a unirsi né a stare con lei. 11 Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; lì non c’era nessuno della gente di casa; 12 allora lei lo afferrò per la veste e gli disse: «Unisciti a me!» Ma egli le lasciò in mano la veste e fuggì. 13 Quando lei vide che egli le aveva lasciato la veste in mano e che era fuggito, 14 chiamò la gente di casa sua e disse: «Vedete, ci ha portato un Ebreo perché questi si prendesse gioco di noi; egli è venuto da me per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce. 15 E com’egli ha udito che io alzavo la voce e gridavo, mi ha lasciato qui la sua veste ed è fuggito». 16 E si tenne accanto la veste di lui finché il suo padrone non tornò a casa. 17 Allora gli parlò in questa maniera: «Quel servo ebreo che hai condotto in casa è venuto da me per prendersi gioco di me. 18 Ma appena io ho alzato la voce e ho gridato, egli mi ha lasciato qui la sua veste ed è fuggito». 19 Quando il padrone di Giuseppe udì le parole di sua moglie che gli diceva: «Il tuo servo mi ha fatto questo!» si accese d’ira. 20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, nel luogo dove si tenevano chiusi i carcerati del re. Egli era dunque là in quella prigione.
21 E il SIGNORE fu con Giuseppe, gli mostrò il suo favore e gli fece trovare grazia agli occhi del governatore della prigione. 22 Così il governatore della prigione affidò alla sorveglianza di Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; e nulla si faceva senza di lui. 23 Il governatore della prigione non rivedeva niente di quello che era affidato a lui, perché il SIGNORE era con lui, e il SIGNORE faceva prosperare tutto quello che egli intraprendeva.

Esplora

Questa storia rievoca il capitolo 3 di Genesi, quella che conosciamo come la storia della caduta nel peccato. Diversamente da Adamo ed Eva, Giuseppe non era caduto nel peccato, neppure quando gli si era presentata davanti la tentatrice, che cercava di persuaderlo a prendere l’unica cosa che il suo padrone gli aveva negato (v. 9; Genesi 3:2,3) finendo spoglio e poi, escluso dalla casa del suo padrone.

Forse abbiamo sempre letto l’apertura di Genesi con una lente sbagliata. Potrebbe non essere poi tanto la storia della caduta e della punizione, quanto, invece, quella degli ostacoli al desiderio di Dio di benedire?

Qui, nel capitolo 39, il desiderio di Dio di benedire era adempiuto. La Sua benedizione si era riversata su Giuseppe quando serviva Potifar, e, attraverso lui, su tutta la casa ed ogni attività di Potifar (v. 5).
Lo scorrere delle benedizioni di Dio sarebbe tanto più facile quando Lo onoriamo, anche se nessuno vede (v. 11).
Perfino quando Giuseppe era finito in prigione, il desiderio di Dio di benedirlo non si era fermato (v. 21-23).
Il Signore era con Giuseppe e questo è quello che importava.

Agisci

La presenza di Dio porta benedizioni. Come hai riconosciuto la Sua presenza, ricevi ora le Sue benedizioni. Prega affinché le Sue benedizioni scorrano attraverso di te verso gli altri.

STEVE SILVESTER

Traduzione di Piccola Rondine

Testo Originale: https://content.scriptureunion.org.uk/wordlive/lord-was-him

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