GRANDI E PICCOLI

Come vedi te stesso/a? Come pensi ti veda Dio? Chiudi gli occhi e chiedi a Dio di aiutarti a vederti come Lui ti vede.

Numeri 13:1-3, 17-33

I dodici esploratori della terra promessa
1
 L’Eterno parlò a Mosè, dicendo: 2 «Manda degli uomini ad esplorare il paese di Canaan che io do ai figli d’Israele. Ne manderete uno per ogni tribù dei loro padri; siano tutti dei loro principi». 3 Così Mosè li mandò dal deserto di Paran, secondo l’ordine dell’Eterno; tutti questi erano capi dei figli d’Israele.

17 Mosè dunque li mandò a esplorare il paese di Canaan e disse loro: «Salite di qui nel Neghev, poi salite nella regione montuosa, 18 per vedere come è il paese, se il popolo che l’abita è forte o debole, esiguo o numeroso; 19 come è il paese che abita, se buono o cattivo, e come sono le città in cui abita, se siano accampamenti o luoghi fortificati; 20 e come è la terra, se grassa o magra, se vi siano alberi o no. Siate coraggiosi e portate dei frutti del paese». Era il tempo in cui cominciava a maturare l’uva. 21 Quelli dunque salirono e esplorarono il paese di Tsin fino a Rehob, entrando dalla parte di Hamath. 22 Salirono attraverso il Neghev e andarono fino a Hebron, dov’erano Ahiman, Sceshai e Talmai, discendenti di Anak. (Or Hebron era stata edificata sette anni prima di Tsoan in Egitto). 23 Giunsero quindi fino alla valle di Eshkol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga; e presero anche delle melagrane e dei fichi. 24 Quel luogo fu chiamato valle di Eshkol, a motivo del grappolo d’uva che i figli d’Israele vi tagliarono.

Resoconto degli esploratori
25
 Tornarono dall’esplorazione del paese al termine di quaranta giorni, 26 e andarono a trovare Mosè ed Aaronne e tutta l’assemblea dei figli d’Israele nel deserto di Paran, a Kadesh; davanti a loro e a tutta l’assemblea fecero un resoconto e mostrarono loro i frutti del paese. 27 Così fecero davanti a lui il resoconto, dicendo: «Noi siamo arrivati nel paese dove ci hai mandato; vi scorre veramente latte e miele, e questi sono i suoi frutti. 28 Ma il popolo che abita il paese è forte, le città sono fortificate e grandissime; e là abbiamo pure visto i discendenti di Anak. 29 Gli Amalekiti abitano la regione del Neghev; gli Hittei, i Gebusei e gli Amorei abitano invece la regione montuosa, mentre i Cananei abitano vicino al mare e lungo il Giordano». 30 Caleb allora calmò il popolo che mormorava contro Mosè e disse: «Saliamo subito e conquistiamo il paese, perché possiamo certamente farlo». 31 Ma gli uomini che erano andati con lui dissero: «Non possiamo salire contro questo popolo, perché è più forte di noi». 32 Così presentarono ai figli d’Israele un cattivo resoconto del paese che avevano esplorato dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; e tutta la gente che in esso abbiamo visto è gente di alta statura. 33 Inoltre là abbiamo visto i giganti (i discendenti di Anak provengono dai giganti), di fronte ai quali ci sembrava di essere delle cavallette, e così dovevamo sembrare a loro».

Esplora

Il viaggio delle spie termina a Canaan in Hebron (v. 22), dove Abraamo aveva comperato una grotta per la tomba di famiglia; egli stesso era stato sepolto lì, assieme a Sarah, Isacco e Giacobbe. L’acquisto di questo pezzo di terra in luogo straniero era un segno della fede di Abraamo nella promessa fattagli da Dio, ripetuta poi ai suoi discendenti (v. 1).
La visita delle spie, dopo esser trascorsi decenni, era un segno della fedeltà di Dio alla Sua promessa (Ben Green).

Tutte le spie hanno visto le stesse cose, ma le conclusioni sono molto differenti. Sono d’accordo che Canaan era un buon posto, proprio come Dio aveva promesso. Tutti avevano notato la forza degli abitanti.
Per Caleb era uno stimolo per andare a conquistare la terra, ma per la maggioranza era una cosa troppo difficile.

Caleb era un uomo che viveva delle promesse e della potenza di Dio. per lui la vittoria era assicurata perché Dio aveva promesso loro questa terra. Per le altre spie, la realtà della città fortificata e la ferocia dei suoi cittadini erano così temibili che pareva loro di andare contro a dei giganti.
La paura porta a pensare con esagerazione ai pericoli. La fede mette ogni cosa nella giusta prospettiva, essa ha un elemento di rischio, ma la paura paralizza da ogni azione. La paura ci spinge a guardare ciò che ci si presenta davanti, ma la fede ci fa guardare verso Dio.

Caleb non teme di pronunciare quello che pensa, anche se è in minoranza. Se vogliamo essere testimoni del vangelo, anche noi dobbiamo avere lo stesso coraggio di Caleb. Certo, le decisioni democratiche sono giuste ma non devono mai rimpiazzare la fede nella Parola di Dio.

Agisci

Fede significa credere che Dio è più grande dei nostri problemi. Le spie avevano usato il binocolo della fede nel senso sbagliato: ingigantendo i problemi e minimizzando il loro Dio.
Chiedi a Dio di aiutarti ad usare correttamente il tuo binocolo della fede.

RAY PORTER

Traduzione e Arrangiamento di Piccola Rondine

Testo Originale: https://content.scriptureunion.org.uk/wordlive/giants-and-grasshoppers

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.